Progetto restauro dell’antica pala d’altare della primitiva chiesa di Celat 2013

By 27 agosto 2015 Cultura No Comments

La Fondazione Silla Ghedina Apollonio Menardi di Cortina d’Ampezzo, grazie all’interessamento del suo presidente, il dott. Gianquinto Perissinotto, si è premurata di finanziare il restauro dell’antica pala d’altare della primitiva chiesa di Celat. Il lavoro verrà effettuato dalla dott.ssa Paola De Santis titolare della ditta Lareco sas ed esecutrice dei lavori di restauro degli affreschi di San Simon nel 2006-2007.

Si tratta della prima pala d’altare posta nell’antica chiesa di Celat costruita come voto da Valerio Del Bon, Simone Della Zassa, Silvestro de Nart de Valentini e Antonio de Nart de Valentini a proprie spese per scongiurare ulteriori epidemie di peste e inaugurata l’11 settembre 1565. La peste, infatti, nel 1564 aveva sterminato 34 persone nel solo villaggio di Celat. La chiesa fu edificata in onore di Dio e dedicata alla Beata Vergine Maria e san Rocco confessore e consacrata il 9 giugno 1576 dal vescovo di Belluno Giovanni Battista Valier. L’edificio venne affrescato totalmente dall’abile mano del pittore Lorenzo Paulitti, che completò l’opera il 6 ottobre 1565. In quel contesto con tutta probabilità fu lo stesso Paulitti ad eseguire pure la pala d’altare, raffigurandovi la Beata Vergine Maria assisa in trono, con ai piedi san Rocco confessore e san Martino vescovo, protettori, soprattutto il primo, contro le epidemie di peste. La tela fu poi fornita di una alzata di legno, ordinata dal vescovo Lollino nel 1600, durante la sua visita pastorale, ed eseguita tra il 1613 e il 1626.

Fino alla ricostruzione della chiesa, avvenuta intorno al 1687, questa era la pala dell’altare maggiore dell’antica abside (l’attuale sagrestia). Dopo che venne abbattuta la navata e trasformata l’abside in sagrestia, il vecchio altare fu spostato come altare laterale della nuova chiesa. Verso il 1886 l’altare fu trasferito con la sua pala nell’oratorio della frazione di Mas di Vallada, da dove fu poi rimosso e smantellato nel 1958, con l’edificazione della nuova chiesetta e conservato presso la chiesa di Celat e la canonica.

Il dipinto, che versa in condizioni molto precarie (sono scomparse infatti alcune parti cromatiche), ha suscitato la sensibilità del dott. Perissinotto e della Fondazione Silla Ghedina di Cortina d’Ampezzo, che ha deciso di finanziare il restauro. Alla Fondazione va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza, in attesa di vedere l’opera – seppure in parte mutilata – al massimo splendore possibile.