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Meravigliosi documenti storici, costruiti con gli archivi fotografici della Fondazione, illustrano alcune tappe dell’esistenza della cortinese Silla Ghedina Apollonio Menardi.
Miglior Scalata Dolomitica 2004 – I EDIZIONE
VIA DONNAFUGATA – TORRE TRIESTE – Hainz Christoph E Schäli Roger
Miglior Scalata Dolomitica 2005 – II EDIZIONE
VIA SOGNANDO L’AURORA – TOFANA DI ROZES – Da Pozzo Massimo E Menardi Marcello
Miglior Scalata Dolomitica 2006 – III EDIZIONE
VIA CIMA EST DEL CRIDOLA – CRIDOLA – Mazzilis Roberto E Lenarduzzi Fabio
Miglior Scalata Dolomitica 2007 – IV EDIZIONE
VIA SILVIO DEL DIN – MONTALT DI FRAMONT – Del Din Gianni E Costantini Michele
Miglior Scalata Dolomitica 2008 – V EDIZIONE
VIA NINI – Pilastro giallo Rocheta di Prendera – Babudri Marino E Sain Ariella
Miglior Scalata Dolomitica 2009 – VI EDIZIONE
PIKABO – PUNTA TERESA – Pivirotto Alex, Mirco Dell’Osta, Zandonella Matteo, Fiori Flavio
Miglior Scalata Dolomitica 2010 – VII EDIZIONE
VIA FAIRPLAY – PIZ BOE’ – Gietl Simon E Gruber Klaus8
Miglior Scalata Dolomitica 2011 – VIII EDIZIONE
VIA COLLABORAZIONE – SPIZ DI LAGUNAZ – Heinz Grill, Franz Heiß, Florian Kluckner, Martin Heiß
Miglior Scalata Dolomitica 2012 – IX EDIZIONE
“COLONNE D’ERCOLE” aperta nel 2012 su Punta Tissi in Civetta da Alessandro Bau, Alessandro Beber e Nicola Tondini
Miglior Scalata Dolomitica 2013 – X EDIZIONE
Variante del Li-Cuore sulla parete Nord Est del Monte Agner (Dolomiti) di Tito Arosio e Luca Vallata
Miglior Scalata Dolomitica 2014 – XI EDIZIONE
“Di rive jù dùc i sanz a judin,
di rive su nisun s’impace”
(In discesa tutti i Santi aiutano, in salita nessuno si impiccia)
aperta nel 2014 da
ROBERTO MAZZILIS e SAMUEL STRAULINO
Miglior Scalata Dolomitica 2015 – XII EDIZIONE
VIA DEGLI STUDENTI” -Gruppo “Civetta-Moiazza” –parete N-O della Civetta, dagli alpinisti Travaglia Giorgio, Dejori Martin, Walpot Alex e Prinoth Titus
Miglior Scalata Dolomitica 2016 – XIII EDIZIONE
via DELIRIO GIALLO alla Torre Prosser – Val Badia, di Walter Polidori, Tommaso Lamantia, Mattia Guzzetti.
Miglior Scalata Dolomitica 2017 – XIV EDIZIONE
“I TEMPI CAMBIANO”
Gruppo “Cimonega” –parete S del Sass de Mura, dislivello 600 m, difficoltà VII+/A3
dagli alpinisti Lorenzo Corso, Patrick Gasperini e Diego Toigo, 3 giugno e 2 luglio 2017
“CIAVAZES INTEGRALE”
Gruppo “Sella” – parete S del Piz Ciavazes, dislivello 600 m, difficoltà VI+, A1 (VII+)
dagli alpinisti Heinz Grill, Ivo + Edy Rabanser, Barbara Holzer, Martin Heiß il 17 maggio 2017
Miglior Scalata Dolomitica 2018 – XV EDIZIONE
CRAM – Cima Brenta, Dolomiti di Brenta – Alessandro Beber e Matteo Faletti
Miglior Scalata Dolomitica 2019 – XVI EDIZIONE
2019 – Diretta Quattro Gatti – Monte Agnèr – Diego Dellai, Carlo Reghelin, Marco Toldo
Miglior Scalata Dolomitica 2020 – XVII EDIZIONE
I vincitori sono ex-equo:
Guardiano dei sogni – Terza Pala di San Lucano, Pale di San Lucano – Martin Dejori, Titus Prinoth, Alex Walpoth
Madre Tierra – Rocchetta Alta di Bosconero – Diego Toigo, Santiago Padrós
Miglior Scalata Dolomitica 2021– XVIII EDIZIONE
Fiaba della Sera – Pala di San Martino – Alessandro Baù e Alessandro Beber
Via alpinistica “COLLABORAZIONE”
aperta sullo Spiz di Lagunaz 2338 mt,
Terza Pala delle Pale di San Lucano
il 28-29 agosto e 3 settembre 2011
da:
Heinz Grill
Franz Heiß
Florian Kluckner
Martin Heiß
PREMIO SILLA GHEDINA – 8^ EDIZIONE 2012
Per la migliore scalata sulle Dolomiti 2011
La giuria, analizzate le relazioni delle vie aperte sulle Dolomiti nel 2011, assegna il Premio Silla Ghedina, alla sua 8^ edizione, alla via alpinistica “Collaborazione” aperta sullo Spiz di Lagunàz (2.338 metri), sulla Terza Pala delle Pale di San Lucano, il 28 e 29 agosto e 3 settembre 2011 da Franz Heiß, Florian Kluckner, Martin Heiß e Heinz Grill.
La motivazione che ha accomunato la giuria è la seguente:
Singolare itinerario di rara bellezza che si svolge lungo il punto più debole della parete sud dello Spiz di Lagunaz, muro di pietra alto 900 mt. con difficoltà continue dal 6° al 7° grado.
L’ambiente dolomitico di grande rigore, ben si accosta alla verticalità e all’isolamento della Yosemite Valley. La combinazione di più elementi come il difficile accesso dello zoccolo, l’isolamento della parete e l’itinerario di rientro costituiscono un valore aggiunto all’ardimento provato nella grande avventura con l’utilizzo di mezzi tradizionali nella vincente progressione verso la cima.
La via “Collaborazione”
La via, aperta utilizzando la normale dotazione alpinistica, si snoda per 900 metri, con difficoltà d’insieme EX. La roccia è quasi sempre ottima, solo pochi passaggi rimangono un po’ insicuri.
La via è esposta a sud e durante la prima salita dei quattro rocciatori il sole è stato, come ricordano, “spietato”. In complesso è però una scalata bellissima e di grande soddisfazione, sicuramente consigliabile a tutti coloro vogliano salire una vera “big wall” abbastanza attrezzata.
Tutto il percorso può essere fatto anche in libera, per concluderlo sono state necessarie undici ore.
Accesso dalla Baita del Tita (785 metri), in località Mezzavalle, che si raggiunge da Taibon Agordino percorrendo la strada asfaltata in Valle di San Lucano.
Dalla Baita Tita si sale nel fitto bosco fino sotto le rocce della Terza Pala di San Lucano, si attacca lo zoccolo sulla sinistra, in corrispondenza dì un canale incassato ed ascendente verso destra, difficilmente individuabile dal fondo valle. Si risale il canale erboso per circa 150 metri e, al termine, si traversa a destra nella boscaglia e si sale ancora, zigzagando per rocce sporche d’erba e arbusti, piegando in alto progressivamente verso sinistra fino ad una grande cengia erbosa. Ci si sposta quindi sulla cengia una trentina di metri a destra, per poi salire una rampa erbosa e superare un salto di rocce più ripide, quindi per zolle erbose e cespugli fino alla grande cengia che taglia interamente la parete sud della Terza Pala di San Lucano.
A tal punto, si percorre la cengia verso sinistra, oltrepassando lo spigolo e un tratto molto esposto, quindi si prosegue per la cengia più larga e inclinata (ottimo luogo per il bivacco). Per arrivare alla via “Collaborazione” si deve seguire un po’ la cengia fino ad un canale che si alza a destra, l’attacco è a venti metri sopra la cengia. Il primo tiro sale sulle rocce nere e alla fine di un piccolo strapiombo nero a destra dell’incido.
Il ritorno dallo Spiz di Lugànaz è notoriamente laborioso e complesso: dalla cima si segue la breve cresta in direzione nord, contornando l’imbuto di un camino, fino al primo ancoraggio di calata (su un pino mugo) in prossimità dello spigolo nord – est.
GLI ALPINISTI COINVOLTI
Heinz Grill è nato nel 1960 a Soyen, Germania. E’ insegnante di filosofia vedica e filosofia orientale. Ha scritto circa una settantina di libri sui temi della medicina, pedagogia, nutrizione, yoga, architettura, spiritualità e anche alpinismo.
Inizia ad arrampicare nelle Alpi tedesche, austriache, svizzere e in Italia a inizio degli anni Settanta, anche in solitaria, con uno stile veloce e leggero. Dal 2002 ha aperto circa 70 vie nella Valle del Sarca, tra il V e VII grado, e nelle Dolomiti.
Franz Heiß è nato nel 1957 a Rosenheim, Germania. Dal 2004 ha passato la maggior parte dell’anno nella Valle del Sarca, nel 2009 si è trasferito a Campedello, nella Val di Cresta. Dal 1987 è guida alpina, attività che gli ha permesso di conoscere gran parte delle Alpi. Dal 2002 al 2006 ha lavorato come insegnante per la materia Sport Alpinismo nella scuola secondaria a Brannenburg.
Ha iniziato l’arrampicata a 16 anni, poi in un club d’arrampicata, il “Berggeier”, ha conosciuto Heinz Grill e altri scalatori, con i quali è salito sulle rocce quasi ogni giorno libero.
Da più di vent’anni arrampica nella Valle del Sarca, dove sei anni fa con Heinz, Florian e altri colleghi ha iniziato ad aprire nuove vie anche nelle Dolomiti.
Martin Heiß, tedesco, è nato nel 1962 e arrampica da quando aveva 14 anni, iniziò con le regione montuose vicine al “Wilder Kaiser”, delle Alpi di Berchtesgaden e nel Karwendel. Negli anni attorno al 1978, per poter accedere al club d’arrampicata a Rosenheim “Die Berggeier”, ha praticato alcune vie di VI grado. Seguirono molte gite in alta montagna, di scialpinismo e itinerari d’arrampicata in Corsica, Sardegna, nelle montagne di Velebit in Croazia, la Yosemite Valley negli Stati Uniti e i Pirenei.
Florian Kluckner è nato a Innsbruck, Austria, nel 1968, e vive a Cavedine, Italia. Ha praticato l’alpinismo sin da bambino e lavora come guida alpina dal 1990. Allenatore d’arrampicata dal 1991, ha effettuato una spedizione in Patagonia, con la salita sui Cerro Torre, e praticato diverse vie nelle Dolomiti. Numerose anche le pareti ghiacciate, come la Parete est del Monte Rosa in solitaria.
Ha anche aperto nuove vie, come nel 2005 sulla Punta Grohmann, nella Vallacia, sulle Pale di San Martino, sulla Cima Immink, e nella Moiazza. Sono opera sua anche sette nuove vie sul Mottarone e circa una sessantina nella Valle del Sarca, con Heinz Grill, Franz Heiß e altri amici.
Colonne d’Ercole (1200m, max IX, obbl. VIII+) , Punta Tissi, Civetta, Dolomiti, aperta tra il 2009 e 2012 da
Alessandro Baù
Alessandro Beber
Nicola Tondini
Una nuova spettacolare via sulla parete Nord-Ovest della Civetta in Dolomiti firmata da Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nicola Tondini. 29 lunghezze, solo chiodi normali e difficoltà fino a IX… ovvero, tutti gli ingredienti per un itinerario di grandissimo spessore, e non solo in Dolomiti. Stiamo parlando di Colonne d’Ercole: la linea di circa 1200m aperta sulla Punta Tissi da Baù, Beber e Tondini tra il 2009 e il 2012, che la scorsa settimana i tre hanno salito in libera in 2 giorni e 25 ore di arrampicata effettiva.
“Fino a metà parete” spiega Tondini “Colonne d’Ercole corre sulla verticale di Punta Tissi, tra la Via del Pilastro di Leoni-Martini-Tranquillini e Kein Rest von Sehnsucht di Christoph Heinz. Nella metà superiore, invece, sale tra Kein Rest von Sehnsucht e il diedro Philip Flamm. Più precisamente: la via ha in comune (come Kein Rest) lo zoccolo di 150m della Martini. Finito lo zoccolo la via Martini si sposta decisamente a sinistra a prendere un evidente camino, la nostra via segue invece un sistema continuo di fessure a sinistra di quelle di Kein Rest, e passa attraverso le caratteristiche rigole nere in mezzo al grande strapiombo giallo. Poi, Colonne d’Ercole risolve la grande placconata nera centrale di Punta Tissi, evitata da entrambe le altre 2 vie. A metà parete, dove Kein Rest ha un tiro in comune con il Philip Flamm, Colonne d’Ercole ha una sosta in comune con Kein Rest, dove questa traversa decisamente verso sinistra. Colonne d’Ercole corre quindi sull’ampia sezione libera tra Kein rest e il diedro Philip Flamm. L’apertura ci ha richiesto in totale 7 giornate, con 2 bivacchi in parete, sparse tra il 2009 e il 2012, a causa dei diversi impegni di ognuno di noi.”
Difficile per i tre trattenere l’entusiasmo per un itinerario con queste caratteristiche: “A nostro parere” dicono infatti Tondini, Beber e Baù “si tratta di una linea assolutamente unica, che per bellezza (roccia fantastica su almeno 25 dei 29 lunghezze totali), difficoltà (massimo IX, con un obbligatorio di VIII+ e circa 16 lunghezze tra il VII e il IX grado, su uno sviluppo di circa 1200m) ed etica di apertura (solo chiodi normali sia sui tiri (65) che alle soste (50), con nessun passo in artificiale fatto in apertura), potrà porsi tra le vie di riferimento dell’alpinismo in Dolomiti”.
La Fondazione “Silla Ghedina Apollonio Menardi” istituisce il Premio “Silla Ghedina” per la miglior via alpinistica scalata nell’anno finalizzato al riconoscimento di particolari meriti acquisiti da persone fisiche nell’ambito dell’alpinismo classico-sportivo effettuato su pareti del comprensorio dolomitico nella scalata di vie di arrampicata, sia in solitaria che in cordata con uno o più compagni.
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SVELATA A “CHIES E LE SUE MONTAGNE” LA RITROVATA PALA D’ALTARE DEL XVII SECOLO
Domenica, 12 ottobre, al termine della Santa Messa celebrata da don Alvise Costa nella parrocchiale di Chies e animata dall’Orchestra d’archi dell’Alpago diretta dal maestro Diego Masutti, c’è stata l’inaugurazione di una pala d’altare perduta del XVII secolo, l’ “Incoronazione della Vergine”. Si tratta di un’opera di autore sconosciuto, rimasta nascosta nelle soffitte della canonica dal 1882.
Ora è tornata all’antico splendore e ricollocata nella parrocchiale di Chies grazie al restauro della ditta Lareco di Vittorio Veneto, restauro il cui costo, pari a 11 mila euro, è stato coperto dalla Fondazione Silla Ghedina di Cortina d’Ampezzo e da donazioni dei parrocchiani.
«Questo è il primo frutto della collaborazione tra Chies e le sue montagne e la fondazione Silla Ghedina – ha spiegato il sindaco di Chies d’Alpago, nonché membro del comitato organizzatore della rassegna, Gianluca Dal Borgo -. Si tratta di una collaborazione posta in essere con l’obiettivo di restaurare, nel giro di alcuni anni, alcune tra le opere artistiche più significative del territorio comunale di Chies».
Proprio il primo cittadino, nel coro della cerimonia di inaugurazione ha consegnato al presidente della Fondazione Silla Ghedina, Gianquinto Perissinotto, il libro “Passaggio di testimone” raccolta di alcuni scritti di Maudi De March, lo scrittore-alpinista scomparso nel 2012 che fu il promotore del l’avventura di “Chies e le sue montagne”.