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Renato Varese – presso il Museo d’arte moderna Mario Rimoldi – Casa delle Regole di Cortina

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Evento del prossimo sabato 8 luglio, alle ore 17:30, presso il Museo d’arte moderna Mario Rimoldi – Casa delle Regole di Cortina.
In occasione dell’incontro con l’artista Renato Varese, artista poliedrico riconosciuto nel panorama internazionale,le cui opere verranno illustrate dal critico d’arte Antonella Uliana, nostra nuova componente del comitato scientifico, verrà donata alla Fondazione l’opera di Varese “il vescovo verde” (1974).

Collaborazioni intercorse tra la Fondazione Silla Ghedina di Cortina e la Fondazione Papa Luciani di Canale d’Agordo ONLUS per restauri e lavori effettuati in Valle del Biois

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Collaborazioni intercorse tra la Fondazione Silla Ghedina di Cortina e la Fondazione Papa Luciani di Canale d’Agordo ONLUS per restauri e lavori effettuati in Valle del Biois:
1. Celat di Vallada Agordina, presentazione del restauro della pala della Madonna tra i santi Martino e Rocco (sec. XVII) con Paola De Santis, alla presenza del Governatore emerito dello Stato Pontificio cardinale Giovanni Lajolo;
2. Valt di Caviola di Falcade, 22 agosto 2015, presentazione del restauro della pala della Madonna tra i Ss. Giovanni Battista e Rocco e presentazione dell’inventariazione dell’Archivio Storico Arcipretale di Canale d’Agordo da parte di Loris Serafini. La pala è stata restaurata da Paola De Santis;
3. San Simon di Vallada Agordina, 28 luglio 2016, presentazione dell’inventariazione dell’archivio parrocchiale di Vallada Agordina da parte di Loris Serafini;
4. Canale d’Agordo, 3 agosto 2017, presentazione dello studio sulle Regole della Valle del Biois da parte di Loris Serafini;
5. Canale d’Agordo, 13 luglio 2018, presentazione mostra sulle Regole della Valle del Biois da parte di Loris Serafini;
6. Canale d’Agordo, 19 luglio 2019, presentazione dello studio su Don Antonio Della Lucia da parte di Loris Serafini;
7. Canale d’Agordo, maggio 2019, premiazione lavoro sul cooperativismo effettuata dagli alunni delle Scuole Medie di Canale d’Agordo sotto la guida della prof.ssa Liana Cavallet.
8. Canale d’Agordo, 24 luglio 2021, presentazione del libro su don Antonio Della Lucia, scritto da Loris Serafini;
9. Canale d’Agordo, 31 luglio 2022, presentazione del restauro delle tavole dipinte attribuite alla bottega del Rovisi (sec. XVIII) da parte della restauratrice Edda Zonta.

Contributo per Progetto di Restauro del “paliotto di legno dell’atriol” della Chiesa di San Silvestro a Canale d’Agordo (BL) in favore dell’Associazione Papa Luciani di Canale d’Agordo Onlus

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Contributo per Progetto di Restauro del “paliotto di legno dell’atriol” della Chiesa di San Silvestro a Canale d’Agordo (BL) erogato in favore dell’Associazione Papa Luciani di Canale d’Agordo Onlus. L’inaugurazione dell’opera restaurata avverrà a Canale d’Agordo domenica 31 luglio 2022 alle ore 17.30 presso la Casa delle Regole.

Contributo per edizione “Storia di un irrequieto” dedicato a Richard Issler (proposta del CAI Cortina)

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Contributo per edizione “Storia di un irrequieto” dedicato a Richard Issler (proposta del CAI Cortina)

Fino ad oggi quanti conoscevano l’“irrequieto” alpinista, giornalista e scrittore austriaco Richard Issler (1844-1896), figura della storia dolomitica dell’800 di cui Wolfgang Strobl ha rivisitato nel suo nuovo libro la vita e le opere? Non tanti.
Eppure, chi frequenta le Dolomiti Ampezzane avrà quasi certamente percorso la ferrata a pochi passi dal rifugio Averau, che completa il tour Averau-Nuvolau e raggiunge una cima che, dall’alto dei suoi 2647 m., offre un panorama a 360° sulle Dolomiti.
La via, che supera il liscio canalone E dell’Averau, segue la normale della prima cima conquistata nel gruppo del Nuvolau, ad opera di Richard Issler che giunse in vetta il 10 agosto 1874, guidato da Santo Siorpaes.
Chi compisse la discesa scialpinistica dall’Antelao, poi, seguirebbe anch’egli le orme di Issler, che fu il secondo a toccare il Re delle Dolomiti d’inverno. Era il 5 febbraio 1882, e lo accompagnava un’altra guida di Cortina, Alessandro Lacedelli; la “memorabile gita”, compiuta per rivalsa patriottica nei confronti del Tenente Pietro Paoletti, che il 15 gennaio si era aggiudicato la prima invernale dell’Antelao col sanvitese Luigi Cesaletti, fu però l’ultima del viennese. Al ritorno Issler, “essendosi fatto tirare per qualche tratto su di una slitta, ebbe la triste sorte di congelarsi l’estremità delle dita d’ambo i piedi” e dovette lasciare le grandi montagne.
Chi conosce un po’ di storia ampezzana, potrebbe sapere che nel 1882 l’austriaco costituì, con altri 48 soci, la Sektion Ampezzo del D.Ö.A.V., divenuta nel 1920 Sezione del Cai di Cortina d’Ampezzo, e donò al sodalizio 200 opere d’argomento montano, 
Ancora: pochi sapranno che Issler fu uno dei sei volontari che nell’agosto 1883 si calarono dal Nuvolau verso il Masarè de l’Avoi per raccogliere le spoglie della guida Giuseppe Ghedina, caduta il giorno prima durante la festa d’apertura del primo rifugio ampezzano…
Basterebbero questi elementi a sancire il rilievo per la conca del giornalista, la cui figura oggi viene ben illuminata da “Storia di un irrequieto”, studio già edito in tedesco su “Der Schlern” nel 2016 rivisto, tradotto e pubblicato dal Cai Cortina in un volume di 110 pagine riccamente illustrato.
Di Issler, come detto, fino a ora nelle fonti e nella memoria orale circolavano scarsi riferimenti, riservati perlopiù agli addetti ai lavori; per merito di questo libro edito a Cortina, sarà ora possibile inquadrare il personaggio più a fondo.
Strobl, storico di Dobbiaco che studia le vicende del turismo dolomitico, ha preso a cuore la figura di un uomo che si guadagnò un vivace spazio nella storia dolomitica. Il pubblicista e scrittore venne spesso tra i Monti Pallidi, che esplorò a dovere nutrendo grande affetto per Ampezzo e il Cadore, dove salì le maggiori cime. Oltre che precursore dell’alpinismo invernale, fu un filantropo e un fotografo, ma la sua attività restò sempre un po’ oscurata da quella, comunque più imponente, del conterraneo Paul Grohmann.
Benvenuto dunque a questo saggio, documentato e preciso com’è nello stile dell’autore, che padroneggia con profitto gli archivi e le biblioteche sia tedesche che italiane e ha scoperto numerose chicche storiche sul turismo dolomitico.

Collaborazione con “Una Montagna di Libri” – “Scrivere per vincere le barriere” (22 luglio 2021) e “Le indiscrete” (8 agosto 2021)

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Nell’estate 2021 ha avuto luogo una proficua collaborazione con Una Montagna di Libri, alla quale è stato finalizzato un contributo in favore della stagione estiva 2021; con alcuni eventi organizzati sotto il patrocinio della Fondazione come ad esempio presentazione del libro “Scrivere per vincere le barriere” (22 luglio 2021) e “Le indiscrete” (8 agosto 2021)

Pubblicazione del volume Don Antonio Della Lucia – sostegno della Fondazione

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Studio sull’opera del grande cooperatore don Antonio Della Lucia e pubblicazione del volume in immagine.
Progetto finanziato dalla fondazione Silla Ghedina.

Il libro, a cura dello studioso Loris Serafini, collaboratore della Fondazione, reca una commovente dedica allo storico Presidente il dott. Gianquinto Perissinotto, che ha lasciato la Fondazione mancando il 10 Giugno 2020.

Una dedica segno di un’amicizia.

 

don Antonio Della Lucia

Figura geniale, riformatore, profeta, educatore, don Antonio Della Lucia non era mai stato studiato in maniera scientifica prima di oggi.

Di lui si sono occupati I giornali dell’epoca e lo storico Ferdinando Tamis. Tuttavia una ricerca vera e propria sulla sua figura non era ancora stata affrontata.

Ci ha pensato il ricercatore e archivista Loris Serafini che, ricostruendo la vita di questo straordinario filantropo, sacerdote e patriota. Basandosi sui documenti conservati presso l’Archivio storico della Pieve di Canale d’Agordo e presso altri archivi – compreso quello centrale dello Stato di Roma – Serafini ha ricostruito le tessere della vita del cavalier Della Lucia partendo dalla sua infanzia trascorsa tra Frassené Agordino – suo paese di origine – e Venezia, città in cui la famiglia si era trasferita per lavorare nell’ambito della produzione del cioccolato.

Parroco carismatico, ottimo predicatore, colto oratore, don Antonio iniziò, accanto alla sua straordinaria opera sociale, pure la sua incisiva opera sociale.

Iniziò dalla parrocchia di San Tomaso, portando a termine l’idea del predecessore, che intendeva istituire un ente in favore dei poveri. Divenuto arciprete e vicario foraneo di Canale d’Agordo e dell’Alto Agordino, don Antonio fondò il primo asilo rurale della provincia di Belluno, lottò per l’emancipazione femminile, creò la prima latteria cooperativa in Italia a Forno di Canale e la Federazione della Latterie Agordine.

Fu nominato membro del Consiglio Superiore dell’Agricoltura dell’omonimo Ministero, unico prete su 50 membri, a partire dal 1894. Nominato dal Re cavaliere del Regno, don Antonio si preoccupò di migliorare le condizioni sociali e spirituali della sua gente.

Fu il formatore degli educatori di Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I (la mamma Bortola, il parroco don Filippo Carli), aspetto sottolineato anche dal cardinale Pietro Parolin, nella presentazione dello studio. Coniugò “Marta e Maria”, come rileva nella presentazione il prof. Giuseppe Gullino, già Ordinario di Storia Moderna dell’Università di Padova.

Si occupò con cura dell’emigrazione in Brasile, facendo sì che I suoi parrocchiani trovassero un luogo che li accogliesse, organizzandoli tramite dei contatti che egli aveva in loco.

L’opera corposa, che ripercorre tutta la vita del sacerdote, è stata data alle stampe lo scorso ottobre 2021 ed è in vendita presso l’Associazione Bellunesi nel Mondo di Belluno e presso il Museo Albino Luciani di Canale d’Agordo al prezzo di € 15,00.